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5 consigli per la fatturazione elettronica

5 CONSIGLI PER UNA FATTURAZIONE ELETTRONICA SENZA PAURA

Questo non è un articolo, ma una raccolta di risposte alle domande più comuni, per evitare gli errori – e i drammi – più frequenti quando si gestiscono le fatture elettroniche..

  1. IMPOSTA I TUOI DATI, UNA VOLTA PER TUTTE

Oltre alle informazioni di base (residenza, cod. fiscale, p.iva), è importante che tu inserisca queste informazioni:

Il regime fiscale nel quale operi:

Sei in regime forfettario se l’ammontare annuo dei tuoi ricavi non supera i 65.000 € e quello delle spese lorde (per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi ai collaboratori) 20.000 €.

In questo caso, assicurati che in fattura compaia la seguente dicitura: “Operazione senza applicazione dell’IVA, effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, l.n. 190 del 2014 così come modificato dalla l.n. 208 del 2015 e dalla L.n. 145 del 2018”.

Operazione non soggetta a ritenuta alla fonte a titolo di acconto ai sensi dell’articolo 1, comma 67, L. 190/2014”.

Se invece operi in regime di contabilità ordinaria o semplificata, sarai sicuramente supportato da un commercialista, che ti fornirà le informazioni necessarie.

La cassa previdenziale di appartenenza. Se vuoi un elenco delle principali casse di previdenza, clicca qui.

Se invece versi i tuoi contributi all’Inps, devi sapere a quale categoria appartieni:

  • lavoratore autonomo o libero professionista senza cassa: non paghi una quota fissa, ma un’aliquota (25,72%) in base al tuo reddito – si chiama GESTIONE SEPARATA INPS. Impostando questo dato nella tua anagrafica, quando emetti fattura puoi usufruire dell’opzione Rivalsa e addebitare al cliente la quota del 4%.

– Se sei un artigiano o un commerciante, allora sarai iscritto alla Gestione Inps per artigiani e commercianti, e non potrai usufruire dell’opzione rivalsa.

Esenzione IVA

Se aderisci al regime forfettario, quindi non hai l’obbligo di dichiarazione e liquidazione dell’IVA, devi inserirlo nelle impostazioni. In questo modo, quando emetterai le fatture, i tuoi articoli avranno già il codice di esenzione inserito.

  1. CLIENTI – TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE – E INSERIRE IN ANAGRAFICA

Per evitare di perdere tempo e dover rincorrere qualcuno nel momento in cui stai finalmente fatturando, è utile che tu fornisca a tutti i tuoi clienti un modulo da compilare, dove richiedi tutti i dati che ti servono. Così potrai impostare le anagrafiche serenamente, senza pensieri e telefonate inutili.

  • Dati principali, residenza, codice fiscale, p.iva (se il tuo cliente la possiede).
  • specificare se il cliente è: privato, partita Iva individuale, oppure Azienda/ società di persone o capitali.
  • indirizzo di posta elettronica: è necessario per inviare al cliente la copia di cortesia! (è importante soprattutto per i privati, che normalmente non accedono al cassetto fiscale, quindi non visualizzano in altro modo la loro fattura)
  • CODICE SDI, o CODICE DESTINATARIO, o CODICE UNIVOCO DI FATTURAZIONE

A questo proposito, è bene fare un po’ di chiarezza:

Il SDI – Sistema di Interscambio – è il sistema attraverso cui le fatture elettroniche vengono inviate e ricevute. Ovvero, quando si emette una fattura, viene prima inviata all’Agenzia delle Entrate che la controlla e – successivamente – la recapita al destinatario.

Il CODICE SDI è il codice che l’Agenzia delle Entrate utilizza per consegnare la fattura al destinatario. Senza questo codice le tue fatture non possono essere inviate, quindi è fondamentale che il tuo cliente te lo fornisca. E’ composto di 7 caratteri alfanumerici per privati e aziende e di 6 caratteri alfanumerici per enti della Pubblica Amministrazione.

Se il tuo cliente è un privato, il codice destinatario da indicare è: 0000000.

Se il tuo cliente è titolare di partita iva individuale, oppure è un’azienda, possono esserci più opzioni:

  • possiede un codice destinatario che gli viene fornito dal suo gestore di fatturazione elettronica
  • non possiede il codice, quindi ti dirà di utilizzare il solito 0000000
  • ti indica una PEC, che in questo caso funziona come il codice alfanumerico.

Se il tuo cliente appartiene alla Pubblica Amministrazione, allora dovrà fornirti il suo codice univoco d’ufficio, composto di 6 caratteri alfanumerici.

Se invece stai fatturando ad un cliente estero, generalmente si utilizza questo codice: xxxxxxx.

Per il cliente che risiede all’estero, ma possiede un codice fiscale italiano, si usano i soliti sette zeri.

  1. CODICI IVA
  • Se appartieni al regime forfettario i tuoi articoli avranno già la corretta impostazione con il codice esenzione “Operazioni non soggette ad Iva” – N2.2).
  • Se aderisci al regime ordinario, dovrai scegliere l’aliquota IVA corretta: 4%,10%, o 22%

oppure

  • Reverse charge – ai sensi dell’art. 17 del D.P.R. n. 633/1972 se puoi utilizzare il principio dell’inversione contabile dell’IVa – trovi tutte le informazioni qui.
  1. BOLLO VIRTUALE

Se sei un libero professionista, per fatture di importo superiore a 77,47 € è necessario applicare una marca da bollo di 2,00 €.

Solitamente il gestionale ti chiede se vuoi addebitare l’importo della marca da bollo. In tal caso, ricorda che:

  • quando addebiti l’importo del bollo al tuo cliente, l’importo viene considerato ricavo, quindi soggetto a tassazione.
  • Ovviamente i bolli virtuali vanno versati all’Agenzia delle Entrate. Qui trovi la guida ufficiale, che ti spiega come fare passo a passo. Sarà sufficiente accedere alla tua area riservata ed entrare nella sezione Fatture e corrispettivi. Puoi anche scaricare il modello F24 dedicato all’imposta di bollo e predisporre il pagamento.

    5. LA RITENUTA D’ACCONTO – CHI DEVE INSERIRLA e QUANDO

le società di persone e capitali, chi opera nel campo agricolo o commerciale (ad esempio i rappresentanti e gli agenti di commercio), i lavoratori autonomi che esercitano un’arte o professione e gli amministratori di condominio.

Se appartieni a queste categorie, puoi applicare la Ritenuta d’Acconto solo se il tuo cliente è un soggetto passivo IVA, ovvero è titolare di Partita IVA.

Generalmente devi inserire questa opzione in ogni singola fattura (o in ogni singola riga per articolo). Questa guida può aiutarti a trovare qual è l’aliquota che devi applicare e che verrà sottratta al totale della fattura.

  1. SE SBAGLI AD EMETTERE LA FATTURA – e l’hai già inviata al SDI – NIENTE PANICO!

Il primo passo da fare è quello di ANNULLARE, ovvero STORNARE la fattura errata con una NOTA DI CREDITO.

La maggior parte dei gestionali, ti permette di generare la nota di credito partendo proprio dalla fattura errata. Ricordati di specificare NOTA DI CREDITO A STORNO TOTALE (O PARZIALE) DELLA FATTURA N.— DEL—- PER ERRATA EMISSIONE.

La nota di credito viene gestita come una normale fattura, inviata allo SDI e quindi al cliente.

una volta annullata la fattura errata, potrai emettere quella nuova, con i dati corretti.