Lucia e Mario sono diventati amministratori di condominio nel 2018.
Insieme hanno sostenuto l’esame, hanno aperto le rispettive partite Iva nello stesso giorno.
Inizialmente hanno mantenuto le loro precedenti occupazioni, ma dopo pochi mesi hanno scelto di dedicarsi interamente a questa attività.
Hanno scelto di condividere uno studio, per ottimizzare i costi. E, insieme ad esso, i dubbi, le fatiche, e i momenti di ilarità che questa professione regala.
Il passaparola li ha portati, in breve tempo, a ricevere continue richieste da parte di nuovi condomini.
La condivisione si è rivelata fondamentale, ma non è il loro unico punto di forza.
Sin dall’inizio, hanno scelto il medesimo software gestionale e, nel corso degli anni, hanno imparato a conoscerlo e sfruttare appieno tutte le funzionalità.
La digitalizzazione della sfera contabile e amministrativa (incluso invio di verbali e convocazioni) ha permesso loro di sopravvivere e di ridurre notevolmente le possibilità di errore.
Hanno imparato a delegare.
Mario ha chiesto un piccolo supporto esterno, per alcune mansioni. Grazie alla gestione digitalizzata dell’ufficio, la figura contabile esterna non ha necessità di lavorare in presenza.
Lucia è coadiuvata dal marito, che spesso lavora in sede, mentre lei è “sul campo”.
Anche la gestione del tempo in ufficio è ottimizzata.
Per le urgenze sono entrambi sempre reperibili e disponibili.
Ma l’ufficio non è aperto al pubblico.
Per le questioni che non hanno carattere di urgenza, i condomini possono chiamare telefonicamente, scrivere e concordare appuntamenti.
I sopralluoghi vengono programmati. Ogni qualvolta se ne pianifica uno, vengono organizzati altri piccoli sopralluoghi nei condomini che sono nei paraggi. In questo modo, la situazione è sempre sotto controllo e l’amministratore viene percepito come una figura attiva e presente.
Nel corso degli anni, hanno individuato “una squadra” di professionisti seri e affidabili per la manutenzione e le consulenze tecniche dei condomini. Quindi non devono affannarsi in ricerche disperate per le urgenze più disparate.
La puntualità nei pagamenti è, ovviamente, alla base di questa garanzia.
Mi piacerebbe raccontare che tutti vivono da sempre e per sempre felici e contenti.
Non è andata proprio così.
I ritmi lavorativi sono diventati pressanti e al limite della sostenibilità. Mario, Lucia e il marito sono stanchi.
Arrivano quotidianamente nuove richieste, che entrambi devono continuamente rifiutare.
Hanno raggiunto il numero massimo di condomini che un professionista può – umanamente e seriamente- amministrare.
Per questo motivo, un bel giorno, hanno pensato di sedersi al tavolo e fare qualche riflessione:
- fino a che punto possiamo continuare a sostenere questi ritmi?
- esiste un margine di crescita per la nostra attività, che non metta a rischio la nostra qualità di vita e i nostri standard professionali?
Di caffè ce ne sono voluti un bel po’.
Entrambi hanno dovuto mettere sul piatto le proprie resistenze ad eventuali cambiamenti, ma alla fine hanno trovato un piano d’azione sostenibile.
Le parole chiave sono:
- Valutazione previa dei rischi delle nuove richieste ( eventuali debiti, opere di ristrutturazione rimaste in sospeso, morosità di condomini senza fine e altri grattacapi già inclusi nel condominio).
- Gestione condivisa dei nuovi condomini, con suddivisione dei ruoli e delle mansioni tra Lucia, Mario e la figura esterna di supporto.
- Graduale suddivisione delle mansioni anche sui condomini finora amministrati singolarmente.
- Apertura al confronto e alla collaborazione con nuovi amministratori di condominio. La guerra dei prezzi impoverisce tutti e inficia la qualità del lavoro. E’ importante mantenere un fronte unito, affinché l’amministratore venga riconosciuto come figura di valore e il suo operato venga ricompensato adeguatamente.
Lucia e Mario si sentono più sereni, perchè hanno gettato le basi per una vita professionale (e privata) nuovamente sostenibile e gratificante.